Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie) - Emőke Baráth, Барбара Строцци
С переводом

Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie) - Emőke Baráth, Барбара Строцци

  • Альбом: Strozzi: Voglio cantar

  • Año de lanzamiento: 2019
  • Duración: 8:26

A continuación la letra de la canción Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie) Artista: Emőke Baráth, Барбара Строцци Con traducción

Letra " Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie) "

Texto original con traducción

Strozzi: Diporti di Euterpe, Op. 7 No. 4: Lamento (Lagrime mie)

Emőke Baráth, Барбара Строцци

Оригинальный текст

Lagrime mie, a che vi trattenete,

perché non isfogate il fier’ dolore

che mi toglie ’l respiro e opprime il core?

Lidia, che tant’adoro,

perché un guardo pietoso, ahimè, mi donò

il paterno rigor l’imprigionò.

Tra due mura rinchiusa

sta la bella innocente

dove giunger non può raggio di sole,

e quel che più mi duole

ed accresc’il mio mal, tormenti e pene,

è che per mia cagione

provi male il mio bene.

E voi, lumi dolenti, non piangete?

Lagrime mie, à che vi trattenete?

Lidia, ahimè, veggo mancarmi

l’idol mio che tanto adoro,

sta colei tra duri marmi

per cui spiro e pur non moro.

Se la morte m’è gradita,

or che son privo di spene,

deh, toglietemi la vita

ve ne prego, aspre mie pene.

Ma ben m’accorgo, che per tormentarmi

maggiormente la sorte

mi niega anco la morte.

Se dunque è vero, o Dio,

che sol del pianto mio

il rio destino ha sete,

lagrime mie, a che vi trattenete,

perché non isfogate il fier’ dolore

che mi toglie ’l respiro e opprime il core?

Перевод песни

Lagrime mie, a che vi trattenete,

perché non isfogate il fier’ dolore

che mi toglie 'l respiro e opprime il core?

Lidia, che tant'adoro,

perché un guardo pietoso, ahimè, mi donò

il paterno rigor l'imprigionò.

Tra due mura rinchiusa

sta la bella inocente

paloma giunger non può raggio di sole,

e quel che più mi duole

ed accresc'il mio mal, tormenti e pene,

è che per mia cagione

provi macho il mio bene.

E voi, lumi dolenti, non piangete?

Lagrime mie, à che vi trattenete?

Lidia, ahimè, veggo mancarmi

l'idol mio che tanto adoro,

sta colei tra duri marmi

per cui spiro e pur non moro.

Se la morte m'è gradita,

o che son privo di spene,

deh, toglietemi la vita

ve ne prego, aspre mie pene.

Ma ben m'accorgo, che per tormentarmi

mayormente la sorte

mi niega anco la morte.

Se dunque è vero, o Dio,

che sol del pianto mio

il rio destino ha sete,

lagrime mie, a che vi trattenete,

perché non isfogate il fier’ dolore

che mi toglie 'l respiro e opprime il core?

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